L’iconico Commutatore, esposto in mostra, indica un modo alternativo di vivere lo spazio urbano, un guardare il mondo da una posizione anomala. Ugo La Pietra ama esplorare la realtà scardinandone i valori e gli spazi omologati. Architetto, designer, artista, regista, editor, docente non ama la divisione tra le discipline, apprezza il lavoro artigiano e le tradizioni locali e individua nella ceramica un materiale duttile e stimolante, che lega arte e tecnica; e soprattutto, lega la creazione a un luogo specifico, dove “cercare la forma che nasce dalle nostre esperienze invece che dagli schemi imposti”.
Ugo La Pietra 2020
al Contemporary
Cluster
La manifattura Rometti di Umbertide (PG) è luogo privilegiato di sperimentazione, fucina di esperienze sedimentate dal 1927, ma anche di modernità ricercata e ottenuta con l’apporto progettuale ed empirico di artisti poliedrici come Dante Baldelli, Corrado Cagli, Leoncillo Leonardi, Ambrogio Pozzi, Carlos Pazos, Lilian Lijn, Chantal Thomass e Kenzo Takada. La collezione 2020 riprende e approfondisce il percorso avviato da Ugo La Pietra nel 2018 con i colossali Totem, con la collezione di 24 pezzi – vasi, candelabri e contenitori - realizzati al tornio senza uso di stampi, infine con la serie Mani tatuate, che adotta il linguaggio sfrontato della strada. Sono espressioni compiute della sensibilità acuta e visionaria dell’artista, capace di mettersi in gioco lavorando a stretto contatto con il Direttore artistico Jean-Christophe Clair e con le maestranze Rometti. Il dialogo del bianco col nero, le dimensioni maggiorate degli oggetti, le raffinate tecniche dell’affrescatura e dell’incisione sull’ingobbio valorizzano la sacralità totemica degli oggetti e il linguaggio tribale delle mani graffite. Libera dai vincoli formali della produzione in serie e dalle logiche di mercato, la collezione 2020 schiera oggetti dalle linee fluide e spiraliformi, che associano l’eleganza degli smalti neri e oro a finitura lucida e opaca al rosso naturale dell’argilla. Una dimensione estetica originale e aperta, e i nomi di alcune opere – Continuus, Non Stop, In Progress – ne sono una significativa conferma.